Lo sviluppo di un farmaco è il processo scientifico e di regolamentazione attuato nel tentativo di portare un nuovo farmaco sul mercato. Spesso si utilizza il termine trial o trial clinico per descrivere il percorso di sviluppo di un farmaco o di un approccio terapeutico.

Il trial clinico è quindi un protocollo di sperimentazione condotto sugli esseri umani che ha lo scopo di determinare l’efficacia e i possibili effetti collaterali di un farmaco o di una terapia.

Lo sviluppo di un farmaco segue diverse fasi. 


Fase preclinica

  • durata media di 3-4 anni
  • condotta in modelli animali e/o colture cellulari
  • si definiscono i meccanismi d’azione, la tossicità e gli effetti collaterali, il dosaggio o il protocollo di somministrazione e altro

Fase clinica

La sperimentazione clinica è suddivisa in 4 fasi principali, finalizzate a dimostrare la tollerabilità, la sicurezza e l’efficacia di un nuovo farmaco (o terapia) e l’esistenza di un rapporto rischio-beneficio favorevole.

Fase 1

Valutazione di sicurezza

  • si valutano la sicurezza e la tollerabilità del farmaco in soggetti volontari sani. Si utilizzano dosi molto basse che vengono aumentate gradualmente. L’obiettivo è determinare il meccanismo d’azione, le vie di metabolizzazione e di eliminazione del farmaco dall’organismo (farmacocinetica) e se la terapia è ben tollerata e sicura
  • durata di circa 1-2 anni
  • se i risultati sono buoni e le agenzie regolatorie danno l’autorizzazione si passa alla fase 2

Fase 2

Valutazione di dosaggio

  • si valuta la dose di efficacia, procedendo sempre su un numero ristretto di pazienti. A gruppi diversi si somministrano dosi differenti del farmaco, o della terapia, in esame per determinare la dose più adatta in grado di esercitare effetti terapeutici senza causare eventi avversi. Si delinea, così, il profilo farmacodinamico (rapporto dose-effetto)
  • durata di circa 2-3 anni
  • se i risultati sono buoni, e le agenzie regolatorie danno l’autorizzazione, si passa alla fase 3

Fase 3

Valutazione di efficacia

  • questa fase ha come scopo la verifica, su un numero più grande di pazienti, dei dati emersi in fase 2 per una più accurata determinazione della sicurezza ed efficacia terapeutica
  • durata di circa 3-4 anni
  • costituisce la fase più estesa e rigorosa di tutto il processo
  • il trattamento è messo a confronto con placebo o altre terapie di riconosciuta efficacia. Si saggiano anche gli schemi posologici per la commercializzazione e si ricercano eventuali interazioni con altri farmaci
  • si ricorre generalmente a sperimentazioni in doppio cieco (protocollo per cui né il medico né il paziente sanno se il paziente in questione è trattato con la terapia sperimentale o con il placebo)

Se tutte queste fasi vengono superate viene richiesta l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) all’agenzia regolatoria deputata. In Europa l’organo che si occupa della valutazione dei risultati degli studi clinici e dell’autorizzazione per l’immissione in commercio è l’EMA (European Medicines Agency), negli Stati Uniti è la FDA (Food and Drug Administration) e in Italia è l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Fase 4

  • include gli studi sperimentali e osservazionali post-marketing, ovvero post commercializzazione
  • è in questa fase che avviene la farmacovigilanza con la segnalazione, anche da parte dei pazienti stessi che utilizzano la terapia, di reazioni avverse e impreviste
  • continuare la sorveglianza, dopo l’autorizzazione all’impiego clinico, è un punto fondamentale per tutelare la sicurezza dei pazienti e la salute pubblica fornendo informazioni affidabili sui rischi e sui benefici dei medicinali.

In alcuni casi, specificamente previsti dalla normativa nazionale, in presenza di precise condizioni, è possibile accedere precocemente a un medicinale, anche se in corso di sperimentazione clinica o prima che abbia ottenuto un’autorizzazione al commercio.

I pazienti affetti da patologie gravi e prive di trattamento terapeutico, tra cui le malattie rare, possono avere accesso a farmaci non ancora approvati attraverso percorsi normativi dedicati, definiti Programmi di Accesso Precoce (Early Access Programmes – EAP).

Gli EAP rappresentano eccezioni alla regola in base alla quale i pazienti possono accedere a un farmaco solo dopo che un’agenzia regolatoria ne abbia approvato l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC).

Per alcune categorie di farmaci, tra cui quelli destinati a malattie rare e chiamati “farmaci orfani”, la valutazione dei risultati raccolti negli studi clinici e la decisione di attribuire l’AIC avviene obbligatoriamente attraverso una procedura definita “centralizzata”, che coinvolge l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) attraverso il suo Comitato per i Medicinali per Uso Umano (Committee for Human Medicinal Products – CHMP). Il Comitato, in seguito a valutazione scientifica della documentazione presentata dal richiedente, esprime la propria opinione che viene successivamente trasmessa alla Commissione Europea. A sua volta, la Commissione assume una decisione vincolante per tutti gli Stati membri.

Accesso con Autorizzazione Condizionata

A livello europeo, oltre alla procedura centralizzata, per i farmaci orfani, e per alcune categorie di medicinali che rispondono a necessità mediche non soddisfatte, può essere concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata. Le istituzioni europee hanno previsto la possibilità di concedere delle autorizzazioni all’immissione in commercio basate su dati più limitati rispetto a quelli normalmente richiesti. In poche parole, l’approvazione condizionata pone le basi per rendere disponibile il farmaco per i pazienti in tempi più brevi, ancora prima di avere concluso l’ultima tappa dello sviluppo di un farmaco (la fase 3).